Archivio mensile 18 Luglio 2021

DiAlessandro Corrado Baila

L’autostrada vuota

L’autostrada vuota 

Poche ore fa, al concerto a Padova. Il batterista del primo gruppo fa passaggi così veloci che neanche si vedono le bacchette. Quello del secondo gruppo invece, esegue diverse parti stoner. A questo punto ti chiedi: “Siamo davvero nel 2021? O piuttosto cinquant’anni fa?” Ti interroghi un po’, ma nel frattempo un’ombra ti sfiora sulla schiena. Subito dopo, un’unghia ti bussa al fianco destro. “Eh? Ma chi è?”, ti chiedi girandoti, ma il buio avvolge la sagoma misteriosa, che un attimo dopo è già scomparsa. In realtà sei andato al concerto solo per sentire il basso. Per sentirlo scandire il ritmo del tuo cuore. E invece hai sentito molto di più! Mentre orecchini antichi si fanno soli, che presto vengono inghiottiti da un buco nero. I volti vecchi di milioni di anni di alcune stelle. Sulla destra del palco, un chitarrista giovane e talentuoso trova la sua strada, proprio nel 2021, proprio in Italia. Ricordo di notti dell’adolescenza, notti gelide e musica fino a tardi. La cantante è statuaria e porta una abito nero, come i suoi capelli. Degna di essere raffigurata nell’antico Egitto. Durante le lunghe parti strumentali, agita la testa a destra e a sinistra, e i capelli le coprono il volto ondeggiando. Ovunque ti guardi intorno, vedi corpi e volti di persone che assomigliano tantissimo a gente che conosci. E chi è quel ragazzo in pantaloncini e maglietta, che muove su e giù la testa al ritmo della batteria? Ti verrebbe quasi voglia di chiedergli chi è, dove abita, che vita faccia mai. Nel frattempo, due culi ubriachi, che gradiscono molto la musica, battono continuamente al vostro tavolo. Sono un culo maschile, bello grosso, e un altro femminile, di dimensioni più ridotte. Un bravo ragazzo di 27 anni, con gli occhi luminosi, i ricci scuri e una maglietta metal, è come rapito dal concerto. In certi momenti se ne sta immobile ad ascoltare, con la testa verso l’alto e gli occhi e la bocca spalancati, in altri frangenti muove anche lui la testa su e giù. “Se la situazione tiene, il nuovo album dovrebbe uscire quest’anno, altrimenti a inizio 2022”, vi dice questo ragazzo, che ha finito di lavorare alle nove e per arrivare in tempo al concerto si è fatto anche una corsa in auto.

Al ritorno vi ascoltate tutto un album dal sound violentissimo. Kiss Of Death, Night Of Violence, Make ‘em Bleed, Hunt You Down, così si chiamano alcune canzoni. Intanto percorrete un nuovo tratto di autostrada. Che è deserto. Non incrociate un auto che sia una. Superate solo qualche vecchio camion. E all’improvviso quell’odore acre, come di plastica o gomma bruciata. Nel cervello fa subito capolino un sospetto. Un sospetto cui non manca molto per diventare certezza.

[Sabato 17 luglio 2021 h 2:55 AM – senza ascoltare nulla – riferimento a Futurist di Alec Empire (2005); dalla cartella “Diario del 2021” – work in progress]

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