Archivio mensile 26 Dicembre 2021

Tramonto macchiato

Tramonto macchiato 

Giovedì 23 dicembre 2021 h 17:21

Quando a fine dicembre ci vengono elargite a piene mani come doni preziosi le giornate più brevi e le notti più lunghe dell’anno, guardando per caso attraverso una finestra ancora aperta tra le quattro e le cinque di pomeriggio, può capitare di sentire il richiamo irresistibile della magia dei colori cangianti ogni attimo di un tramonto incipiente, e di ritrovarsi d’istinto già all’esterno un attimo dopo, una volta abbondonate le proprie occupazioni, di qualsiasi importanza esse siano. Tuttavia, chi già da un po’ di tempo abbia dovuto adattarsi suo malgrado a soluzioni lavorative spacciate a gran voce per assai intelligenti, e magari abiti anche in qualche periferia, per giunta di un piccolo centro, dove molte persone sono abituate sin dall’infanzia a esprimersi in maniera alquanto rozza o comunque assai spiacevole all’udito – un aspetto magari addirittura accentuatosi negli ultimi anni – chi dunque si trovi a vivere tutte insieme queste coincidenze infauste può avere talvolta la sventura di sentire quel meraviglioso momento di impalpabile confine tra giorno e notte mentre viene imbrattato dal dialogo colorito di qualche passante, sia esso impegnato in qualche importante telefonata di lavoro, o in un colloquio più informale con un compagno di strada. Non solo: a queste macchie vocali, metaforiche ma lo stesso maleodoranti, che sporcano il crepuscolo come il vino o il caffè su un capo bianco e fresco di lavaggio e di stiratura, si aggiunge spesso la risposta ancor più decisa di qualche quadrupede frustrato, nonché inflessibile guardiano della pace borghese della via dove abitano i suoi rispettabilissimi padroni e padroncini, naturalmente sostenuto in questa battaglia quotidiana e senza esclusione di colpi da molti altri esemplari della stessa specie, anche se spesso di razza diversa o meticci. Tanto che, a chi se ne rientri in casa a capo chino, sperando in un’occasione migliore per l’indomani, può capitare di chiedersi chi tra i contendenti abbia abbaiato veramente o di più, consolandosi nel frattempo con la delicatezza notturna di qualche trombettista jazz.  Anche se, terminato l’incanto di un concerto registrato a tarda sera in qualche metropoli, urge sedersi nuovamente a quel lavoro venduto come intelligente, in realtà fonte di nevrosi, isolamento e tutte le conseguenze del caso.

[dalla cartella “Diario del 2021“; riferimento a Live from the Moonlight del Chet Baker Trio (1985)]

 

 

Lontano dal tramonto – dal cap. 2 – dischi

Lontano dal tramonto – dal cap. 2 – dischi

[…]

Dentro il bar, un jukebox suonava canzoni rock a cavallo tra anni ’70 e ’80. Matteo andò davanti al jukebox. Molte di quelle canzoni le conosceva bene, le aveva ascoltate tante volte con mamma e papà quando era ancora un ragazzino, spesso la domenica, quando ascoltava i dischi prima o dopo pranzo.

“Adesso basta, figlio mio”, gli aveva detto il padre una di quelle domeniche, “è ora che cominci ad ascoltare qualcosa di serio, altro che tutta questa musicaccia che si sente alle radio private”, e subito dopo aveva messo su uno dei primi lavori dei Genesis.

“Li vedi tutti questi dischi, figlio mio? Alcuni sono andato a prendermeli apposta anche a Bologna o a Milano, ma ne è valsa la pena eccome. Tanti sono arrivati da noi in Italia molto dopo che in Inghilterra, solo per dirti un Paese”, aveva continuato Mario, il padre, una volta finito l’ascolto. Pur conoscendo ancora pochissimo l’inglese, per suo figlio sentire i testi cantati insieme con la musica e intanto guardare la copertina dell’album era stato subito simile a un rapimento. Già dalla domenica successiva, la cosa sarebbe diventata un’abitudine, anzi, sarebbe stato Matteo a chiedere ai genitori di poter ascoltare il più spesso possibile quei nuovi oggetti del desiderio.

“I Genesis siamo andati anche a sentirli dal vivo io e la mamma”, aveva detto il padre al suo unico figlio una di quelle domeniche.

“Ma come? Tu e la mamma? Ma quando?”, gli aveva chiesto il ragazzo, stupito.

“Vieni qui, ti faccio vedere qualche foto di allora”, aveva ribattuto Mario. “Eccoci qui. Adesso ci credi che una volta avevo i capelli lunghi? Mi facevo anche il codino. Guarda come siamo vestiti qui io e tua madre, tutta roba che nei negozi non si trova più. È stato qualche anno prima che nascessi tu.”

Dopo diverse incursioni tra Led Zeppelin, Deep Purple e anche Frank Zappa, sarebbe arrivato il turno di In The Air Tonight di Phil Collins. Per tutta la durata del pezzo, il ragazzo era rimasto come ipnotizzato. Nel frattempo, a scuola si cominciava a procedere sempre più con l’inglese, e con l’aiuto della madre Matteo si sforzava di comprendere i testi di tutti quegli LP. Capitava anzi che, appena iniziata l’ora di inglese a scuola, spesso l’alunno tirasse fuori una trascrizione a mano del testo di Stairway To Heaven piuttosto che di Kashmir. Insisteva subito per avere la traduzione completa, ma la professoressa si mostrava quasi sempre restia a spiegare del tutto il significato del testo cantato. “Cosa vuol dire che lei si compra la scalinata per il Paradiso?”, aveva chiesto più volte il ragazzo, ma l’insegnante aveva cambiato discorso ogni volta.

Leggendo i titoli delle canzoni del jukebox, tutti quei ricordi erano balenati per la mente a Matteo come una tempesta di lampi, tanto rapida quanto intensa. Le domeniche a casa dei genitori quando ancora faceva la scuola media, il blues che suonava suo padre quando aveva i capelli lunghi, l’ascolto dei dischi le domeniche pomeriggio d’inverno, al calore della stube di maiolica in salotto, Bob Marley e le sue grane con lo sceriffo Tom Brown. Tutto però non era che il suono di echi lontani.

[dal romanzo “Lontano Dal Tramonto” (2021), nuovo romanzo di Alessandro Baila e Luciano Da Ros; disponibile alla Libreria Bassanese, alla Piccola Libreria Andersen di Marostica e online al link https://www.ebay.it/itm/184829414488]

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