Una domenica di tanti anni fa e altre visioni

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Una domenica di tanti anni fa

e altre visioni

Prima pubblicazione

Una scelta dei migliori racconti brevi scritti dal 2006 al 2015, divisi in sezioni tematiche, che toccano temi quali la domenica in provincia, il viaggio, il lavoro, la notte e altri, il tutto con tanta ironia e diversi riferimenti musicali.

I racconti nascono da un’intuizione o da una visione fulminea, che si sviluppano poi nei toni più vari.

Dai racconti più ironici e “diurni” a quelli più notturni e visionari, il lettore è libero di saltare a piacere da una sezione all’altra. Nel 2016 la versione ancora inedita della raccolta si è classificata al secondo posto del Premio Internazionale Mondolibro.

 

Anno di pubblicazione: 2016

Edizioni: Gruppo Albatros II Filo

Prezzo: € 10,00

Link per l’acquisto: https://www.ebay.it/itm/183661290112

Disponibile anche a prestito presso la Biblioteca di Bassano del Grappa, la Biblioteca di Mussolente (VI), Biblioteca22 all’interno dell’IC “Giardino” di Mussolente, alla Biblioteca di Rosà (VI), oppure contattando direttamente l’autore all’indirizzo ale.corr.baila@gmail.com.

Ecco a voi una recensione scritta dal poeta e scrittore bassanese Stefano De Minico. Che parla di logos ed esperienza del nulla e arricchisce il testo con una citazione riguardante il momento che stiamo vivendo:

SOPRA UNA DOMENICA DI TANTI ANNI FA E ALTRE VISIONI

In una modalità errante, senz’ali, la poetica di Alessandro Corrado Baila sorvola gli abissi del quotidiano portandolo ad esperienza mistica d’assoluto.
Il nulla tanto temuto è esperienza banale (vedi racconto omonimo al titolo) ma rivelatrice di verità,  di LOGOS.  Di questa sete sono imbevuti tutti i racconti che si dipanano tra le maglie di una diurnità che si fa tutt’uno con la notte dell’anima. Anche la luce del sole  è fastidiosa e la notte è più  chiara di un mezzogiorno di fuoco (v. Un lunedì come tanti).
Termino questa breve recensione a favore della prima fatica di Alessandro con una personale conclusione che risente del clima di clausura in cui siamo confinati da tempo:
Cade la pioggia e ci bagna di un nettare delizioso, quasi alpestre. Di generazione in generazione ricorderemo la tua generosità, il tuo benestare e arricceremo di trilli fantastici le nostre lugubri malinconie.
Città di fiabe la tua. Vivi fortunato. Lo benediranno come un santo. Ed intanto la messe matura e le spighe del grano dorato sono pronte per la mietitura.
La fiaccola è accesa. Per quel bambino, s’intende. Eppoi c’è da crescere ed è un lavoro gravoso e faticoso,  ma anche bello per chi è curioso e ama la natura”.

Stefano De Minico

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