Notti dell’AMA Music Festival
Lunedì 21 agosto 2023 – verso l’aurora
Altra notte calda. Notte di musica di piano. Ore lente e musicisti giovani. Frinire dei grilli. Le dita si spezzano sui tasti bianchi e neri, ma si continua a suonare, l’arte è più importante. Un insetto notturno entra in casa e svolazza isterico in tondo, attorno a una lampadina.
Una ventina di minuti dopo
Adesso i suoni sono appena accennati, sfuggenti, pungono ai fianchi.
Se si sta svegli di notte, tutto quello che si fa di giorno è lontano, lontanissimo. Essere come in un deserto di polvere di basalto, una sabbia finissima che entra nel naso, nei rari momenti in cui soffia un po’ di vento. Uniche luci, piccolissime, quelle rosse e gialle della città più vicina, che in realtà è far away. Quello è il giorno.
All’alba appena accennata
Suoni piccoli, simili a biglie, che cadono sulla sabbia nera, e poi tacciono per sempre.
Poco dopo le 6
In realtà stanotte hai scritto molto, ma molto di più, solo che quanto sopra è il meglio, il succo che sei riuscito a spremere dalla notte.
Martedì 22 agosto 2023 – verso l’una e mezza di notte
Se si sta svegli o ci si alza di notte, quando tutto tace, lontanissimi sono anche i ricordi. Le strade che portano a essi sono tutti labirinti infiniti, oppure serie di cortocircuiti improbabili, che si innescano e si uniscono in maniera imprevedibile. Le vie che ci portano a un volto o a una vecchia canzone sono piene di una nebbia fitta, in cui si avanza rischiando continuamente di sbattere o inciampare in altri pezzi di passato.
Nei club di Londra o di Bristol, dove nelle notti di 25 o trent’anni fa si ballavano due o tre generi di punta, i ricordi e il passato sono come ridotti a una polvere impalpabile, di cui è intrisa l’aria, anche appena fuori in strada. Una cosa ovvia, di cui nessuno parla o si cura. I nuovi giovani pompano e celebrano le release dei generi di oggi, mentre le star dei piatti di ieri se ne stanno nascoste in qualche appartamento, sempre più fuori città, senza ascoltare nulla, oppure passandosi allo specchio le mani sulla barba e sui capelli bianchi. Anche loro svegli di notte, ma sentendo tutta la pesantezza del loro oggi, o tutt’al più gioendo quando la radio trasmette qualche sprazzo turgido dei colori dei loro (pochi) anni d’oro. Mentre nei loro club di un tempo i nuovi giovani intessono di battiti una notte bianca dopo l’altra, bianche sono anche tante notti delle star dei piatti di decenni fa, ma bianche di silenzio, o di due chiacchiere a voce bassa con qualche ex compare, sorseggiando un tè caldo o un caffè lungo. In attesa del giorno – perché dalla notte sono stati bruscamente spodestati. Tra chi riempiva le piste da ballo vent’anni fa, chi invece con la sua musica invece è alle luci della ribalta oggi e chi infine si prepara ad esserlo domani, gira il mondo sempre più veloce e soffia sempre più forte il vento.
Giovedì 24 agosto 2023 – quasi le quattro di mattina – notte calda
“Are there animals that like peace and animals that like war?” – così dice il testo di un pezzo di Ryuichi Sakamoto, tratto dal suo album del 2004. Non c’è mattina, o ultimamente notte, in cui non ti svegli già con un qualche musica che ti ronza per la testa.
Una ventina di minuti dopo
Ieri sera, mentre pioveva un po’, ma rimaneva pur sempre caldo e umido, da Nord si sentiva arrivare un concerto di un genere decisamente duro, forse addirittura crossover, ovvero quell’unione di metal e rap. Il volume era alto, sempre più alto man mano che si procedeva con la scaletta. Dopo ogni pezzo, si sentiva il pubblico esultare sempre più forte, sennonché, mentre facevi una cosa piuttosto che un’altra, il concerto si è presto zittito, neanche un’ora sarà durato. Non era esattamente il tuo genere, forse lo è stato per un po’ quando avevi al massimo diciannove anni, certo che però ti dispiace che la cosa sia svanita dopo poco, nel vento e nella notte, come in una soluzione estremamente acquosa. Come se la musica si fosse ridotta a un pulviscolo sottilissimo nell’aria calda. I cantanti (a sentire sembravano due) si sono sgolati, la chitarra elettrica e il basso distorto hanno grattato, la batteria ha pestato, ma quasi sicuramente ora i musicisti e i loro fan sotto tutti a letto a ronfare. Certo, dopo il concerto ci sarà stata un po’ di festa, magari con una birra a testa, come si conviene agli autori e agli amanti del genere, qualcuno del pubblico si sarà anche comprato il disco e se lo sarà fatto firmare dai membri della band, poi tante belle chiacchierate, persone nuove si saranno conosciute e si saranno strette la mano, ma poi? Forse per questo hai acceso la musica anche poco fa, per rimpolpare quella soluzione sempre più acquosa con un po’ di sostanza ritmica e vocale. Ma per chi oltre a te? Perché siamo pur sempre in una zona di provincia, dove tra poco si comincia ad alzarsi uno dopo l’altro per andare al lavoro. Comunque sia e qualsiasi cosa stiano combinando e musicisti e i loro fan, oggi la notte è blu anziché nera.
Domenica 27 agosto 2023 – 3 di notte
Lampi senza tuoni
Anche stanotte si suda
Una luce accesa al piano terra
Rumore di qualcosa che si muove sull’erba tra le piante
Anche stanotte la musica del festival è durata fino all’una e mezza e passa
Hanno suonato e cantato artisti giovani
Ma già adesso la notte ha fagocitato tutto
Come un’enorme bocca nera scesa da nord
Le band sul palco, la musica, l’entusiasmo dei fan
Tutto si è fuso
Confuso nella sua bocca
Impossibile distinguere un volto, una voce, una canzone
Adesso la notte sta masticando tutti i pezzi di mondo che ha inghiottito
Il giorno sarà digestione
Un amico che è sveglio anche lui
Mi chiama
Telefonata surreale
Come una scheggia di materiale non biologico
Come se nel corpo attraverso le orecchie si fosse integrato un nuovo organo artificiale
“Stai scrivendo?”, mi chiede
“Sì”, dico, ma poi non so più bene come andare avanti
Più silenzio che dialogo
“Ok, ci sentiamo domani”, poi chiude
Quando l’alba è ancora lontana due fusi orari
Poco dopo le 4
La tempesta magnetica si è spostata sopra l’Altopiano di Asiago
Lampi globulari
Essere immersi
Sprofondati nella notte
Come un soldatino di piombo armato di tutto punto
Ma in piedi sul fondo di un secchio pieno d’acqua fino all’orlo
Quando ti alzi di notte perché non ce la fai più a stare a letto, è il giorno precedente che ha il volto del sogno
Acquoso, irreale
Mentre la vera realtà diventano queste ore
Il piano di Ryuichi Sakamoto in A Day in New York
Tutto cantato in portoghese
(probabile richiamo alla copertina di Enemies of Reality dei Nevermore, 2003)
Lunedì 28 agosto 2023 – poco dopo le 4 di mattina
Ancora quella luce al piano terra
Stanotte è stata la pioggia a sciogliere, a lavare via tutta la musica di ieri sera
Metal, dai giovanissimi ai sessantenni
Volume basso per i Megadeth, altrimenti la voce non si sarebbe sentita o quasi
Notte e pioggia: ragionare, riflettere, illudersi di farlo
Perché in realtà sta solo continuando il sogno che ho fatto appena prima di alzarmi
Mi sento ancora il sogno scorrere nel cervello frontale
Andare all’indietro, nelle cause e nei perché
Fino a trovarsi di fronte all’Io più vero
E per questo scomodo
Allora alzarsi, farsi un tè
Profumo di zenzero e limone
Cercare distrazione nella musica
Una via di fuga dal quel Sé inquietante
Che però è incastonato nel buio ed emana una luce rossastra
Desiderare allora la luce di ottobre
Rossa anch’essa, certo
Ma delicata, quasi un canto sommesso
Pian piano siamo scivolati in queste ore
Adesso l’acqua gocciola e basta
Si riversa nei tombini, come note rarefatte di piano.
[© Alessandro Corrado Baila 2023 – tutti i diritti riservati – dalla cartella del tutto inedita “Diario del 2023“]
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